Una sculacciata giusta o sbagliata? Ask the boy
Il fatto. In Inghilterra un dirigente d’azienda sculaccia il figlio Harry di 7 anni che si era allontanato da casa al buio per recarsi al parco; in base ad una legge del 2004 sul ‘castigo genitoriale’ il solerte padre viene condotto in questura e lì trattenuto per una notte in attesa di essere interrogato.
Il seguito. Un autorevole giornalista de La Repubblica scrive un commento alla vicenda inglese ironizzando sulla giustizia di quel paese. Egli sostiene “non è stato un isterico schiaffo sul viso, ma una salutare manata sul sedere che – come sanno tutti i padri affettuosi del mondo – è una prova d’amore, una specie di energica carezza che non può esser confusa da nessuno con un atto di violenza” Il pezzo termina con parole grosse “l’ Inghilterra sta diventando uno strano paese dove i ragazzi si accoltellano senza ragione, (…) per i minorenni è più facile comprare coltelli che birra. Forse noi padri siamo davvero dei loschi individui, ma se a questi giovani accoltellatori i loro padri avessero dato qualche sculacciata o magari anche qualche schiaffone in più…”.
L’esperto. Westen Drew nel suo trattato di psicologia, in uso presso molte università, scrive che “quando ci si comporta in modo aggressivo per punire un comportamento, spesso si ottiene solo di stimolare l’aggressività della persona punita (…) quanto più i genitori ricorrono alla punizione fisica tanto più i loro figli tendono a comportarsi in modo aggressivo. Se i genitori che utilizzano tali sistemi intendono insegnare ai loro figli l’autocontrollo, farebbero meglio a impararlo loro, perché picchiare i bambini tende a far aumentare la probabilità che da adulti abbiano meno autocontrollo, meno autostima e relazioni più disturbate, che siano più soggetti alla depressione e che maltrattino a loro volta i figli ed il coniuge.”.
Il nostro commento.
E’ senz’altro esagerato l’arresto del padre di Harry, anche se per una sola notte; inoltre immaginiamo quali sensi di colpa avranno angosciato il piccolo discolo. Ma non distraiamoci con le questioni legali. Cerchiamo di capire chi ha ragione tra il nostro brillante giornalista e l’autorevole studioso americano. Il primo sostiene che senza un po’ di botte si diventa accoltellatori, il secondo sostiene che è vero il contrario, la punizione fisica produce adulti violenti.
Una prima osservazione è che l’affermazione del giornalista sembra basarsi sul semplice buon senso (un po’ di disciplina è necessaria e una sana punizione a volte inevitabile), lo studioso invece fonda la sua affermazione su numerosi studi di psicologia e sociologia (è ampiamente documentato che gli adulti violenti hanno in passato subito violenze, molto spesso tra le mura domestiche).
La seconda osservazione nasce dalla affrettata affermazione del giornalista che definisce la sculacciata non un atto di violenza, ma al contrario una ‘energica carezza’, la ‘manata sul sedere – sostiene un po’ troppo precipitosamente – è una prova d’amore’. Se fosse veramente come sostiene il commentatore, il piccolo Harry come reazione alla sculacciata avrebbe dovuto sorridere e abbracciare l’affettuoso padre. Probabilmente non c’è giudice né giornalista né genitore né psicologo in grado di sapere se quella sculacciata è stata o meno un atto di violenza, solo il piccolo Harry potrà dirci se per lui la reazione del padre è stata umiliante, se l’ha ferito dentro più che sul sedere. Dobbiamo chiede a Harry se ha percepito il padre come un implacabile castigatore, se ha sentito il peso di un giudizio rivolto a lui come persona anziché sull’azione commessa.
Terza ed ultima osservazione. Se analizziamo il problema secondo il metodo dell’ask the boy (nel dubbio chiedi al ragazzo, cioè cerca di vedere la cosa anche dal suo punto di vista), sarebbe molto utile chiedersi perché Harry ha deciso di andare da solo nel parco al buio? Una ragione l’avrà senz’altro avuta, e probabilmente il suo scopo non era né quello di fare spaventare il padre né tantomeno quello di ricevere una sana patacca sul sedere. Ragionare con lui sul motivo della sua azione avrebbe probabilmente prodotto molto più della sculacciata. Non raggiungiamo un grande risultato se Harry in futuro farà attenzione a non allontanarsi da casa soltanto perché ha paura di essere picchiato. Nell’età evolutiva la strada dell’autonomia e della responsabilità deve passare dal dialogo e dalla riflessione affettuosa; la punizione fisica o psicologica non riesce ad educare neppure un adulto figuriamoci un bambino, che probabilmente in quel parco voleva soltanto verificare se quella sera sarebbe passato Ivanhoe per abbeverare al tramonto il suo bianco cavallo….
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