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Testimonianza di un padre neonatologo

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Testimonianza di un padre neonatologo

Sono passati quasi ventotto anni da quella notte di pioggia nella quale apparse Jacopo, il mio primo figlio. Ogni minuto di quell’evento è scolpito nella mia mente come fossero passate solo poche ore. Ero lì come padre in attesa, ma anche come pediatra; infatti quella notte era il mio turno e decisi di non chiedere una sostituzione. L’ultima parte del parto fu complicata dalla scorretta rotazione della testa; la difficile situazione si risolse per la grande forza di mia moglie, trasformatasi per l’occasione in leonessa, e il supporto di una ostetrica davvero esperta. Ma anche il nostro piccolo Jacopo ce la mise tutta per buttarsi nelle nostre mani. Avevo già visto nascere tanti bambini e da alcuni anni ogni giorno mi occupavo dei prematuri e dei neonati in difficoltà.

Quella notte però tutto divenne strano e magico. Ero nel mio luogo di lavoro, assieme a operatori con i quali condividevo da tempo un lavoro appassionante e difficile, ma vedere mio figlio sgusciare fuori da Monica ha completamente trasformato quel luogo. I miei gesti nell’aiutare mio figlio a respirare erano quelli previsti in situazioni analoghe, ma l’emozione era del tutto nuova, mai provata prima, e alla fine anche del tutto imprevista. Era la fisicità e la vitalità di quella nuova persona a spiazzarmi.

La sua voce mai udita prima. La sensazione – non del tutto cosciente – che si trattava di un inizio definitivo, come se la nostra creazione del mondo avvenisse in quel momento. Lo straordinario squarciava l’ordinario e lo trasformava profondamente. La sensazione, già dopo pochi minuti dalla nascita, era che nulla sarebbe stato più come prima, che io stesso ero già irrimediabilmente diverso. Fu l’iniziò di un cammino avventuroso e pieno di emozioni. Tornati a casa ogni giornata si arricchiva di novità e scoperte. La fatica e l’impegno dell’accudimento finivano sempre per essere annullate dal piacere di nuove e inattese soddisfazioni. Quel piccolino che cresceva veloce era una costante meraviglia. Nell’arco di poche settimane, sia l’esperienza professionale sia quanto studiato nei libri, sono lentamente finiti laggiù sullo sfondo; in primo piano solo lui e la sua mamma, entrambi sempre in grande attività, due in uno, impossibile scegliere quello da amare di più.

Ma di quel primo anno il dono più prezioso, che ancora mi porto dentro, è il privilegio di poter vedere il mondo con gli occhi di un bambino. E’ probabilmente soltanto una visione parziale e limitata, o forse una semplice intuizione, ma è quanto basta per consolidare una riconoscenza definitiva e irrazionale per la vita.

Pubblicato in “Ve lo spiego io” di Grittini F. e Brunetti S., La Memoria del Mondo Libreria Editrice, 2015

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